arte del Novecento
l'urgenza drammatica di oltrepassare il sensibile
Francesco Bertoldi
un anelito ad andare oltre l'apparenza
Con la civiltà del '900, l'uomo da un lato acquista un potere inaudito sul sensibile: si pensi al progresso scientifico-tecnologico che ha consentito di andare sulla Luna. Dall'altro in essa le coscienze più mature avvertono l'insufficienza di una vita che abbia il sensibile come unico ed ultimo orizzonte.
L'esito della percepita sproporzione tra il desiderio umano di pienezza e ciò che il sensibile, per quanto padroneggiato sia conoscitivamente (la scienza) sia praticamente (la tecnica), ci può offrire, può essere duplice.
- o un violento, nichilistico, rifiuto della realtà,
- o il recupero di una umiltà che vede nel sensibile, oltre la sua apparenza immediata, il segno di Altro.
È soprattutto di quest'ultimo atteggiamento che qui si parlerà. Senza, anche qui, alcuna pretesa di trattazione anche solo minimamente esaustiva delle arti figurative del Novecento, ma solo con cenni frammentari, di taglio per lo più filosofico-teologico.