La bellezza del cinema
Francesco Bertoldi
Qui parliamo di cinema, ossia soprattutto di films. Nello stesso spirito con cui nelle altre sezioni parliamo della bellezza. Ossia “il vero che piace”, sintesi della componente conoscitiva e di quella affettiva.
il cinema, un'arte sui generis
Avrebbe avuto senso porre questa sezione, sul cinema, all'interno di una delle altre sezioni? No, perché in un certo senso il cinema, erede in qualche modo del teatro, è sintesi tanto di una componente letteraria (i dialoghi e l'eventuale narrazione), quanto di una musicale e, ovviamente, visiva (un video è la somma di tantissime immagini).
D'altra parte è anche in un altro senso che il cinema è un'arte sui generis, in quanto molta produzione cinematografica non raggiunge la dignità di opera d'arte, ma rimane un prodotto usa-e-getta, che asseconda delle mode effimere, senza alcuna profondità.
Non mancano però, per fortuna, dei registi che sono realmente degli artisti e hanno saputo produrre delle autentiche opere d'arte. Meritevoli di durare nel tempo e di essere viste e riviste.
Generi cinematografici
films comici
«Castigat ridendo mores» (Jean de Santeul)
Cominciamo a dire qualcosa dei films di genere comico. Un buon film comico, come dice la lapidaria frase riportata in esergo deve al tempo stesso far ridere e far pensare (deve “castigare mores”, castigare i costumi, cioè aiutare a prendere coscienza dei difetti in cui normalmente incorriamo come esseri umani). Certo deve far pensare in modo leggero, gradevole, ma deve avere un contenuto, un significato.
In questo senso si possono distinguere tre grandi tipi di film comico:
- quelli in cui il ridere prevale sul pensare: la comicità “grassa”, che suscita sì una risata forte, una scarica emotiva potente, ma un po' compulsiva. In Italia abbiamo il caso di Paolo Villaggio, e in qualche modo anche di Renato Pozzetto. In un certo senso anche Stan Laurel e Oliver Hardy tendevano a questo tipo di comicità.
- all'opposto abbiamo films che fanno più pensare che ridere: è la comicità raffinata e rarefatta di un Woody Allen, ad esempio.
- c'è poi la via di mezzo di produzioni di genere comico che bilanciano saggiamente pensare e ridere: fanno realmente ridere, ma fanno anche pensare, sia pure in modo implicito e non noioso. Pensiamo a molti film di Totò, come I tartassati, o Guardie e ladri (anche se alcuni altri films di Totò ricadono piuttosto nella prima tipologia, di comicità grassa). Pensiamo a certi films di Alberto Sordi, come Il vigile, o Finché c'è guerra c'è speranza. O pensiamo ai films di Charlie Chaplin, in cui però spesso il ridere è sopravanzato dal pensare.
films storici
Un buon film storico deve anzitutto essere fedele ai dati storiograficamente accertati. Quindi non è un buon film storico uno che dimostra faziosa disonestà intellettuale. È il caso ad esempio di films che denigrano il Medioevo, come certi films di Pupi Avati.
Questo non significa che il regista non possa lavorare anche di fantasia, per integrare quanto è scientificamente accertabile. Anzi in qualche modo è inevitabile che egli abbia una tesi da sostenere, o meglio una prospettiva totalizzante in base a cui guardare quella vicenda storica. Sempre però nel rispetto dei dati storiografici.
È poi essenziale che il film, anche qui, dica qualcosa: sappia trasmettere una emozione nutrita di senso, di giudizio, che aiuti a vivere meglio il presente. Cosa che richiede una immedesimazione empatetica con la vicenda narrata.
films drammatici (/biografici)
Un film storico narra di una vicenda reale, per lo più di carattere collettivo, un film drammatico può invece riguardare una vicenda semplicemente verosimile, per lo più riguardante un ambito personale.
Se già da un film storico ci si può aspettare che dica qualcosa alla nostra vita, toccandoci anche emotivamente, questo è ancora più vero nel caso di un film drammatico, dove il nesso con la nostra esistenza è, o dovrebbe essere, molto più immediato e diretto.
Come già diceva Aristotele della tragedia, anche qui deve prodursi una catarsi: dobbiamo sentirci rispecchiati e provocati dalla vicenda rappresentata, che evidenzia quella dimensione drammatica, di contraddizione e sofferenza, che tutti ci può, anzi che tutti, più o meno sempre, ci tocca.
films di fantascienza (/fantasy)
Fantascienza e fantasy, ovviamente, sono due la fantascienza riguarda vicende non ancora possibili, in base all'attuale grado di sviluppo della scienza, ma (ritenute) non impossibili in un futuro sviluppo scientifico-tecnologico. Il genere fantasy invece suppone scenari impossibili anche nel futuro più remoto, in base alle leggi naturali scientificamente indagabiligeneri diversi. Tuttavia, dal punto di vista che qui interessa, essi possono essere accomunati in una medesima considerazione riguardo ai requisiti essenziali per un buon film.
Anche in questo caso un buon film non può essere una pura scarica di adrenalina, ma deve dire qualcosa, deve significare qualcosa per la vita di chi lo guarda. Ovviamente, anche qui, questo deve avvenire, almeno immediatamente, quasi senza che ce accorgiamo, senza costringerci ad arrovellarci il cervello, con levitas, con leggerezza.
Un tipico tema implicato in molti films di questo genere è la lotta tra il bene e il male, o il tema del rapporto con l'altro (l'extraterrestre è per eccellenza l'altro).
Non per nulla, soprattutto nella filmografia americana degli anni '50, l'altro fantascientifico era un abbastanza trasparente simbolo dell'altro politico, il comunista (nell'ambito della lotta all'ultimo sangue contro il comunismo).
films di avventura (giustizieri)
Anche in questo caso il rischio è una pura e semplice spettacolarità, che regali “un po' di adrenalina”, ma non comunichi niente di significativo e non aiuti perciò a vivere meglio. Invece un buon film di avventura, in cui per lo più è a tema la lotta tra il bene e il male, non deve rappresentare una troppo facile vittoria del bene, né dovrebbe rappresentare i “cattivi” tutti e necessariamente chiusi in una fatale e irrimediabile malvagità.
Insomma, anche qui la fantasia deve suggerire il senso profondo della realtà, e non proporre un'evasione dalla realtà.
Più in dettaglio
brevi recensioni di films
- Andrej Tarkovskij: Andrej Rublev.
- fantasy:
- John Boorman: Excalibur.
- Wolfgang Petersen: La storia infinita.
- films di fantascienza: I, Robot, Spider man, Surrogates, Ender's game.
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