arte dell'Ottocento
il sensibile rivela la sua insufficienza
Francesco Bertoldi
Creatività antropocentrica?
o un desiderio non saziabile dal sensibile?
Almeno una parte della pittura ottocentesca abbandona l'idea, prevalente in età moderna, di imitare la natura, il sensibile. Hegel pensava, detto in parole molto semplici, che ciò significasse una capacità creativa (divina) del Soggetto umano, non più asservito all'oggettività esterna, materiale.
Ma si può dare anche un'altra lettura di questa attitudine a trasfigurare il sensibile, piuttosto che a fornirne una fedele copia: la percezione, religiosa, della insufficienza del sensibile, della sua incapacità di saziare il desiderio umano di pienezza.
Anche in questa sezione non si trova una trattazione nemmeno lontanamente esaustiva delle arti figurative dell'800, ma solo cenni frammentari, di taglio per lo più filosofico-teologico.
Le pagine di questa sezione
- Paul Cézannel'eroismo del reale: Cristina Terzaghi rilegge l'opera di Cézanne
- Paul Cézannevita, opera ed eredità: pagina di rilettura della vita e dell'opera di Paul Cézanne
- Galleria di dipinti dell'800il sensibile come non saziante: dipinti non commentati di pittori dell'Ottocento
- Vincent van Gogh e Paul Gauguinuna difficile convivenza: Frangi a partire dalla difficile convivenza ad Arles tra i due pittori, nel 1888, esamina i due diversi modi di intendere la pittura
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