arte dell'Ottocento
il sensibile rivela la sua insufficienza
Francesco Bertoldi
Creatività antropocentrica?
o un desiderio non saziabile dal sensibile?
Almeno una parte della pittura ottocentesca abbandona l'idea, prevalente in età moderna, di imitare la natura, il sensibile. Hegel pensava, detto in parole molto semplici, che ciò significasse una capacità creativa (divina) del Soggetto umano, non più asservito all'oggettività esterna, materiale.
Ma si può dare anche un'altra lettura di questa attitudine a trasfigurare il sensibile, piuttosto che a fornirne una fedele copia: la percezione, religiosa, della insufficienza del sensibile, della sua incapacità di saziare il desiderio umano di pienezza.
Anche in questa sezione non si trova una trattazione nemmeno lontanamente esaustiva delle arti figurative dell'800, ma solo cenni frammentari, di taglio per lo più filosofico-teologico.
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