ritratto di Hopkins

G.M. Hopkins

🪪 Vita

Gerard Manley Hopkins fu un poeta inglese, nato il 28 luglio del 1844, primo di nove fratelli. I suoi genitori erano anglicani della Chiesa alta. Fin da giovane scrisse poesie, vincendo anche importanti premi. Si appassionò anche alla pittura. Studiò a Oxford, dove fu influenzato da J.H Newman.

Convertitosi, anche per tale influsso, al cattolicesimo nel 1866, divenne gesuita due anni dopo, e fu ordinato prete nel 1877. Interruppe, per qualche tempo dopo l'ingresso nella Compagnia di Gesù, la sua produzione poetica, ritenendola troppo individualistica, arrivando al punto da bruciare diverse opere precedentemente scritte.

La sua opera è carica di senso religioso e di un rapporto personale molto vivo con Gesù Cristo. La conoscenza successiva di Duns Scoto (da lui letto nel 1872), che teorizzava l'importanza del concreto singolare, lo riconciliò con la poesia. Si veda anche quanto dice in proposito von Balthasar in Gloria, Stili laicali. Hopkins teorizzò così il concetto di inscape e riprese a scrivere poesie. Studiò la lingua gaelica, apprezzandola.

Esercitò il ministero sacerdotale in varie città inglesi (come Sheffield, Oxford, e Londra), per poi insegnare lingue classiche in università di Dublino dal 1884 (prima all'University College, poi alla Royal University of Ireland).

Morì l'8 giugno 1889, con le parole: I am happy, so happy, lui che pure era stato di temperamento malinconico e nell'ultima fase della sua vita era stato soggetto a depressione.

poesie

In questa pagina proponiamo due poesie: l'una Conforto della carogna dice di un momento di disperazione, che il poeta non censura né accarezza, ma affronta ricevendone il senso (ultimamente positivo) dalla fede; la seconda Esultanza nel raccolto, una delle poesie più belle di tutta la letteratura, è un grandioso inno a Cristo, Presenza anche cosmicamente imponente e imminente.

Carrion's comfort (Conforto della carogna)

Not, I'll not, carrion comfort, Despair, not feast on thee;
Not untwist-slack they may be-these last strands of man
In me or, most weary, cry "I can no more". I can;
Can something, hope, wish day come, not choose not to be.

No, non banchetterò di te, o disperazione, conforto della carogna;
E non scioglierò - per quanto lente possano essere - queste ultime fibre d'uomo
In me, e neppure, assai stanco, assai stanco, griderò: "più non posso". Io posso;
Qualcosa posso, sperare, desiderare che venga giorno, non scegliere di non essere.

But ah, but O Thou terrible, why wouldst thou rude on me
Thy wring-world right foot rock? lay a lionlimb against me? scan
With darksome devouring eyes my bruised bones? and fan,
O in turns of tempest, me heaped there, me frantic to avoid thee and flee?

Ma oh, Tu terribile, perché hai voluto spietato far sentire su di me
Il peso del tuo piede destro che fa contorcere il mondo? gravare su di me una zampa di leone?
Scrutare con profondi occhi voraci le mie ossa contuse? e scuotere,
In turbini di tempesta, me qui rammucchiato; me anelante di poterti evitare e fuggire?

Why? That my chaff might fly; my grain lie, sheer and clear.

Perché? Affinché la mia pula potesse disperdersi; il mio grano rimanere mondo e puro.

Nay in all that toil, that coil, since (seems) I kissed the rod,
Hand rather, my heart lo! lapped strenght, stole joy, would laugh, cheer.
Cheer whom though? the hero whose heaven-handling flung me, foot trod
Me? or me that fought him? O which one? is it each one? That night, that year
Of now done darkness I wretch lay wrestling with (my God!)
my God.

Anzi in tutta quella sofferenza, in quel tumulto, dacché (sembra) baciai la verga,
La mano piuttosto, il mio cuore, oh guarda! avviluppò forza, raccolse gioia, vorrebbe ridere, rallegrarsi.
Rallegrarsi per chi tuttavia? per l'eroe il cui tocco celeste mi scagliò giù, il cui piede mi calpestò?
O per me che ho lottato contro di lui? O per quale dei due? Per l'uno e l'altro?
Quella notte, quell'anno di oscurità ora passata, io misero giacqui, lottando (mio Dio!)
con il mio Dio.

Hurraing in the Harvest

Summer ends now; now, barbarous in beauty, the stooks arise
around; up above, what wind-walks! What lovely bellaviour
of silk-sack clouds! Has wilder, wilful-wavier
meal-drift moulded ever and melded across skies?

I walk, I lift up I lift up heart, eyes,
down all that glory in the heavens to glean our Saviour;
and eyes, heart, what looks, what lips yet gave you a
raptorous love's greeting of realer, of rounder replies?

And the azurous hung hills are his world-wielding shoulder
majestic - as a stallion stalwart, very-violet-sweet! -
These things, these things were here and but the bellolder

wanting; which two when they once meet,
the heart rears wings bold and bolder
and hurls for him, o half hurls earth for him off under his feet.

L'estate finisce ora, ora in una bellezza barbara
i covoni si ergono intorno: in alto, che folate di vento!
che leggiadro muoversi di nubi di seta! Si è mai composto
e scomposto nei cieli un più selvaggio ostinato fluttuante cumulo di farina?

Io cammino, alzo, alzo il cuore, gli occhi
in tutta quella gloria dei cieli per spigonarvi il nostro Salvatore
e occhi, cuore, che sguardi, che labbra vi rivolsero mai
saluto di amore frenetico di più reali, più chiare risposte?

E le azzurre colline sospese sono la Sua spalla che sorregge il mondo
maestosa - come un vigoroso stallone, di un viola dolce e intenso!
Queste cose, queste cose erano qui e solo chi le contemplasse mancava

ma quando si incontrano il cuore si libra con ali sempre più
audaci e gli scaglia, o quasi gli scaglia lontano sotto i suoi piedi, la terra

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